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Lo stradone

Francesco Pecoraro

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Sinossi

In “Lo stradone” di Francesco Pecoraro il confine tra vita vera e vita romanzata si fa labile. La città di Dio, su cui si affaccia un uomo di settant’anni che ci racconta la storia di un quartiere, il più comunista e antifascista di tutti, visitato persino da Lenin nel 1908, sembra tanto Roma con la sua varietà di persone e le sue strade allo sbando. Da un balcone quest’uomo racconta di una città dentro una città i cui mattoni sono stati costruiti dalle persone che ci abitavano prima del Ventennio fascista. In questo stradone si racchiudono tantissimi personaggi che sono il cuore pulsante di una società giunta all’inesorabile declino. Ogni personaggio è rappresentativo di una caratteristica: il razzismo, il sessismo, l’annientamento delle ideologie politiche per prestarle ad un più semplice populismo, l’invecchiamento precoce che porta poi al conformismo, i trentenni rampanti e sicuri di loro, ma che non sanno dove sta la verità. Il narratore è un osservatore acuto, dal suo balcone vede e racconta tutto e lo fa con un po’ di cinismo e di ironia, senza mai cedere il passo alla cocente normalità. Il narratore è un uomo senza nome che, tra integralisti islamici e lotte tra etnie, racconta anche la sua storia di ex funzionario del Ministero, un uomo che è stato prima comunista e poi ha ceduto alle lusinghe del craxismo ed è diventato corrotto e voglioso di tutto. Quanto c’è di veritiero in “Lo stradone?” Quasi tutto. Francesco Pecoraro si diverte a raccontarci questa verità con una galleria di personaggi sorprendenti e imbruttiti dalla vita.

Altre informazioni sul libro

  • EditorePonte alle Grazie
  • Numero di pagine443
  • ISBN9788833310602
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